Platform Basket, un modello da seguire per il settore del sollevamento

Oggi Platform Basket può vantare una gamma di piattaforme ragno riconosciuta a livello internazionale per robustezza, affidabilità e semplicità di utilizzo.

Gestendo internamente tutte le fasi della produzione, dalla fabbricazione dei singoli componenti all’assemblaggio finale del prodotto, Platform Basket è arrivata a produrre oltre 800 macchine nel corso del 2023, e l’obiettivo per quest’anno è fissato a quota 1.000.

Stiamo parlando dunque di un costruttore che si è riuscito a ritagliare una fetta di mercato importante, con un successo notevole nei mercati internazionali e un’offerta di prodotti che, oltre ai modelli più generalisti, include anche soluzioni altamente specializzate per soddisfare nicchie di mercato molto specifiche.

Quando nasce Platform Basket

Ma la storia di Platform Basket per come la conosciamo oggi comincia solo nel 2005, quando la famiglia Scillia, con oltre 50 anni di esperienza nella carpenteria meccanica, decide di rilevare l’azienda produttrice di piattaforme aeree allora nota come “Basket” per provare a rilanciarla.

La sfida era di quelle complesse: ai tempi Basket si trovava in una situazione finanziaria molto difficile, e aveva avuto una serie di gravi problemi interni che ne avevano determinato una pessima nomea nel mercato.

“L’inizio è stato burrascoso e difficile, perché l’azienda versava in una situazione piuttosto pesante”, ci ha raccontato Carlo Alberto Molesini, Managing e Sales Director di Platform Basket, entrato in azienda dopo l’arrivo della famiglia Scillia.

“I pochi prodotti rimasti in catalogo avevano subito gravi danni a causa di litigi tra i precedenti proprietari, e una volta partiti abbiamo trovato archivi cancellati, prodotti costruiti a metà e una situazione globale estremamente difficile. La famiglia Scillia si è quindi avvalsa di due o tre persone, tra cui me, per provare a ricostruire qualcosa”.

L’obiettivo, nello specifico, era portare in azienda professionisti slegati dalla precedente gestione e con una conoscenza delle logiche di mercato, di fabbricazione e di gestione del prodotto necessarie per tornare con successo sul mercato.

Lo stabilimento produttivo di Poviglio (RE) include tutta la filiera produttiva necessaria per costruire le piattaforme Platform Basket

La strategia adottata per rilanciare l’azienda

La prima decisione presa per ristrutturare l’azienda e ricostruirne la reputazione è stata quella di eliminare dal catalogo tutti i prodotti che erano stati sviluppati male dalla proprietà precedente (tra cui autocarrate, scissor e semoventi) per focalizzarsi sui ragni di piccole dimensioni. Un prodotto che al tempo si inseriva ancora in un mercato meno affollato rispetto alle altre tipologie di PLE e che quindi poteva offrire dei buoni margini di crescita.

“I primi anni sono stati molto faticosi, ma abbiamo avuto il coraggio di prendere una direzione chiara e fare i giusti investimenti, sia in termini di asset che di persone, per dare un futuro a questo progetto”, ha raccontato Molesini.

“Ai tempi, ma come del resto ancora oggi, la maggior parte dei produttori non avevano il controllo totale della filiera dei prodotti necessari per costruire le loro piattaforme. La maggioranza dei produttori sono di fatto degli assemblatori. Da questo punto di vista, il contributo fondamentale della famiglia Scillia, oltre a quello finanziario, è stato proprio quello di avere gli asset e il know-how necessari per permettere alla neonata Platform Basket di avere il controllo di tutta la propria filiera produttiva e dare una svolta alla qualità costruttiva del prodotto”.

Un vantaggio strategico che si è rivelato importantissimo, poiché ha permesso all’azienda di trasformare quelli che sotto la precedente gestione erano prodotti mal fabbricati in prodotti di eccellente fattura.

Focus sui mercati esteri e le soluzioni mirate

Un’altra scelta decisiva per la crescita della neonata Platform Basket è stata quella di non insistere eccessivamente con il mercato italiano, dove la reputazione dell’azienda rischiava di essere ormai compromessa. Invece, il nuovo management ha puntato con decisione sui mercati esteri, dove era ancora rimasto qualche cliente storico e non vigeva ancora un pregiudizio limitante.

Da questo punto di vista, secondo Carlo Alberto Molesini, è stato fondamentale studiare attentamente le caratteristiche specifiche che i prodotti dovevano possedere per essere introdotti con successo nei mercati esteri:

“In Italia abbiamo il brutto vizio di credere di saper fare tutto, di essere bravi solo noi, ma non funziona così. Già dalle mie esperienze precedenti avevo imparato quanto sia importante andare sui mercati, parlare con le persone, ascoltare le loro necessità e trasformarle in qualcosa che sia effettivamente costruibile. Dopodiché, è stato cruciale disporre di un team di progettisti capaci di tradurre concretamente queste informazioni nello sviluppo dei nuovi modelli”.

In questa fase, il rapporto costruito con i distributori internazionali ha assunto un’importanza fondamentale, poiché la loro conoscenza dei mercati nazionali è stata messa al servizio dello sviluppo di prodotti a marchio Platform Basket che potessero soddisfare appieno tutte le esigenze locali. Questo ha permesso all’azienda di affermarsi fin da subito in mercati chiave come l’Inghilterra, la Germania, l’Australia e successivamente gli Stati Uniti.

Oltre al focus sulle necessità dei diversi mercati, e sempre con l’ausilio dei distributori, Platform Basket ha investito molto anche nello sviluppo di piattaforme che potessero rappresentare soluzioni altamente specializzate per applicazioni molto specifiche. Possiamo citare ad esempio l’ambito del ferroviario, dove l’azienda è tutt’ora uno dei leader a livello internazionale.

il nuovo Spider 54T di Platform Basket

Il rilancio del brand Platform Basket in Italia

L’attenzione meticolosa sul prodotto e l’ampliamento dell’offerta anche in direzione delle medie e grandi altezze ha gradualmente riabilitato il brand Platform Basket anche presso i clienti italiani.

“L’Italia non è un mercato di dimensioni enormi, quindi le voci girano in fretta. Quando abbiamo cominciato a servire anche i primi clienti importanti in Italia, non ci è voluto molto tempo prima che la loro soddisfazione arrivasse anche all’esterno”, ha spiegato Molesini.

“Oggi dal mercato italiano arriva la conferma che le nostre sono macchine molto affidabili e facili da usare, che ti consentono di lavorare in quota senza problemi. E in più sono anche ben assistite, perché al post-vendita abbiamo sempre dato grande attenzione. I clienti noleggiatori stanno apprezzando moltissimo la nostra prontezza di risposta. Grazie all’informatica le nostre macchine possono essere controllate a distanza direttamente dai nostri uffici, e qui abbiamo anche un magazzino ricambi molto importante. In più le nostre sono piattaforme che mantengono un valore molto alto nel tempo, e per questo sono ricercatissime nel mercato dell’usato”.

Negli ultimi mesi, ad esempio, stanno ottenendo un grande successo i ragni da 43 e 54 metri (Spider 43T e Spider 54T), molto richiesti nei lavori legati alle telecomunicazioni, all’energia elettrica e alla riqualificazione urbana. Ma la grande qualità di prodotti recenti come questi è solo la punta dell’iceberg di un processo di crescita lungo e complicato, che oggi l’azienda può raccontare con grande orgoglio:

“Noi abbiamo investito tantissimo nella nostra organizzazione e siamo fieri di farne vedere i risultati a tutti coloro che desiderano venire a trovarci”, conferma Molesini.

“È un invito che vuoi fare?”, chiediamo.

“Assolutamente sì. Quando i clienti vengono a visitare la nostra sede vedono come lavoriamo e si rendono conto dell’importanza di gestire internamente tutta la filiera produttiva. Per noi questo è questo che fa la differenza”.