Piattaforme aeree cinesi, ora si alza anche il prezzo

piattaforme aeree cinesi dazi
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Riprendiamo il tema dei dazi antidumping nel sollevamento aereo a breve distanza dal nostro ormai celebre articolo del 21 giugno.

La Commissione Europea ha pubblicato una nuova nota in cui viene data ufficialità all’applicazione delle sanzioni provvisorie, in pratica quelle già annunciate con qualche lieve ritocco.

A partire dal 13 luglio, i costruttori di PLE dovranno pagare delle percentuali di dazio per poter sdoganare macchine in arrivo dalla Cina. In caso le percentuali definitive, attese a novembre, risultassero diverse dalle attuali, le aziende pagheranno la differenza (se più alte) o si vedranno rimborsate (se riviste al ribasso).

L’indagine può quindi dirsi chiusa; restano aperte le ultime verifiche e, soprattutto, dovranno essere valutate le eventuali nuove opposizioni che però, date le particolari eccezioni previste, non dovrebbero pervenire.

Il contenuto della nuova nota

Più che una nota, il documento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea in data 11 luglio è un vero e proprio pamphlet che ripercorre le risultanze, in cui nessuna delle aziende esaminate fa bella figura.

A fianco delle ampie e puntuali analisi tecniche circa l’indagine e l’esame delle opposizioni, il documento riporta anche disamine esplicite sul funzionamento degli apparati statali cinesi. Inoltre, descrive le autorità di Pechino, che controllano e sovvenzionano direttamente o indirettamente tutte le aziende che producono nel Paese, come elementi che manipolano i prezzi all’esportazione.

Viene fatto riferimento anche a un documento a parte, una relazione più in generale sulla Cina, in cui è comprovata l’ingerenza dello Stato cinese sulle imprese di produzione dove, neanche troppo tra le righe, si dice quanto il sistema sia pervaso da una corruzione inestirpabile.

Vi consiglio la lettura della nuova nota anche come chiave interpretativa per comprendere quanto sia fallita l’idea di applicare le logiche del capitalismo in un contesto radicalmente comunista di stampo oligarchico e con esplicite ambizioni colonialiste.

Inoltre, il documento chiarisce in modo sufficientemente trasparente le zone d’ombra rimaste tra le righe nella diffusione dei primi esiti. Anche per questo motivo, immaginiamo che non ci saranno nuove opposizioni.

importazioni dalla cina piattaforme aeree dazi

Misure necessarie

Al termine della lettura risulta difficile non concordare sul fatto che le percentuali di dazio stabilite appaiono come la misura minima necessaria a fronteggiare l’atteggiamento spregiudicato delle pulsioni di egemonia industriale della Cina (non solo, ovviamente, nel settore del sollevamento).

Il titolo di un articolo a firma Federico Rampini, pubblicato dal Corriere della Sera qualche giorno fa, esprime molto bene il concetto: “Le due offensive cinesi contro l’Occidente: esporta in casa nostra i suoi problemi economici e prepara un ordine internazionale sino-centrico”.

Voler coprire l’80 per cento della produzione industriale mondiale in ogni settore porta inevitabilmente con sé alcune disfunzioni, tra cui il bisogno assoluto e “a ogni costo” di esportare qualsiasi prodotto in regime di dumping o con forme di aiuto statale che non solo destabilizzano i mercati ma anche gli equilibri politici mondiali.

Quanto tempo dovrà passare e cosa deve accadere perché ci si possa ancora fidare della Cina come partner industriale?

I dazi in vigore sulle piattaforme aeree cinesi (e non solo)

Tornando a noi, in conclusione del documento la Commissione ha tenuto a far sapere in modo inequivocabile che: Le aliquote individuali del dazio antidumping specificate nel presente regolamento per ciascuna società sono state stabilite sulla base delle risultanze della presente inchiesta. Esse rispecchiano quindi la situazione constatata durante l’inchiesta per le società in questione.

In seguito alle osservazioni ricevute successivamente al periodo di comunicazione preventiva, un errore materiale relativo ai volumi utilizzati per il calcolo del pregiudizio e del margine di dumping per Terex (Genie) è stato corretto e ciò ha comportato un adeguamento al ribasso dei margini.

È stata effettuata la correzione di un errore materiale anche per Sinoboom, che ha determinato un margine di dumping leggermente inferiore. Tali aliquote di dazio si applicano esclusivamente alle importazioni del prodotto in esame originario del paese interessato e fabbricato dai soggetti giuridici citati.

Le importazioni del prodotto in esame fabbricato da qualsiasi altra società non specificamente menzionata nel dispositivo del presente regolamento, compresi i soggetti collegati a quelli espressamente menzionati, dovrebbero essere soggette all’aliquota del dazio applicabile a tutte le altre società”.

Questo chiarimento indica il motivo delle lievi correzioni apportate ai dazi a seguito di errori materiali nelle analisi; pertanto, c’è motivo di pensare che le misure attuate, che riportiamo di seguito, saranno più o meno le stesse per i prossimi cinque anni:

  • Sinoboom: 55,3%
  • Tutte le società che non hanno collaborato: 55,3%
  • JLG: 23,6%
  • Genie: 14,3%
  • Dingli: 31,3%
  • Società che hanno collaborato (XCMG, Zoomlion, LGMG, Haulotte): 28%

Chi volesse leggere il documento per intero lo può trovare qui.

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Scenari inquietanti

Ognuno di noi ha la propria visione dell’economia globale, ma è innegabile che il punto a cui siamo arrivati rappresenta una sconfitta di tutti i modelli economici: comunismo, capitalismo, pseudo liberismo e così via.

“E’ più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo” profetizzava quindici anni fa il compianto Mark Fisher (“Realismo Capitalista” – Nero Edizioni); ci accorgiamo ora che non siamo tanto distanti da questa inquietante ipotesi.

Pensare ai nuovi equilibri che si verranno a creare, soprattutto accostare la parola equilibrio a chi governa le potenze mondiali e possiede i codici delle armi nucleari, è alquanto surreale.

È sufficiente osservare la dubbia salute mentale di chi è in lizza per la prossima Presidenza degli Stati Uniti per ricavarne uno scenario deprimente. Un quadro planetario, se la riflessione si allarga alla Corea, alla Russia, a Israele e via discorrendo.

I dazi rappresentano sempre una sconfitta per chi opera a un livello più basso, cioè noi. Tuttavia, come dicevo, sono la tutela minima che si doveva mettere, prima o poi.

Facciamoci qualche domanda

Il nostro non è un portale di geopolitica, ma non possiamo non essere preoccupati dei riflessi che ci saranno ora anche nel settore del sollevamento e, a cascata, in tutto il mercato del noleggio che ne è il tramite per il 70 per cento.

Penso ai risvolti di questi scenari. In primis, immagino in che situazione si trovano le persone che hanno abbracciato in buona fede, con entusiasmo e competenza, la sfida di portare in Europa e in Italia alcuni validi prodotti cinesi, creando organizzazioni, stabilimenti e posti di lavoro.

Certo, pagheranno a posteriori i vantaggi di cui hanno beneficiato nei mesi scorsi. Umanamente parlando non li invidio, ma faremo tutto il possibile per sostenere i loro nuovi modelli di business che immaginiamo ora incentrati più sul valore che sul prezzo.

Penso ai produttori occidentali che negli anni scorsi sono andati a produrre macchine in Cina perché costava meno. Ecco, spero che ci saranno risparmiate le storielle relative al fabbisogno di questi mezzi nel mercato cinese, ora che sono state tolte le ultime foglie di fico. Continueremo a esaltare l’esperienza che da sempre portano nei loro mercati d’origine e daremo notizia di come stanno accorciando nuovamente la filiera produttiva.

Penso poi ai produttori di casa nostra, a quei pochi che ancora possono affermare di essere rimasti interamente italiani. Alle fatiche di questi anni e al lavoro che hanno dato a tante persone nei loro territori. Daremo sempre spazio a queste storie.

Penso infine che, per quanto possiamo sbatterci ogni giorno per creare sostenibilità, qualità, sicurezza, le vere partite si giocano ormai altrove, in luoghi dove la nostra voce non può arrivare.

Nella vita quotidiana facciamo scelte responsabili per avanzare di qualche millimetro verso la salvaguardia del pianeta, differenziando la raccolta dei rifiuti e scegliendo prodotti costosi a zero emissioni. Per poi scoprire che tutto si gioca in stanze oscure in cui sono in ballo egemonie geografiche, giochi di potere e guerre che non vogliamo, ma che mettono in forse il nostro presente e il nostro futuro.

Laddove noi dimostriamo ogni giorno di essere responsabili, altrettanto non si può dire di chi prende decisioni ai piani più alti della governance mondiale.

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Tag dell'articolo: dazi, sollevamento aereo

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